L’ALLARME DEGLI ESPERTI: “SI STA DIFFONDENDO, NON TOCCATELA PER NESSUN MOTIVO”
Da tempi immemori, le piante vegetali sono usate come rimedi naturali per la cura di molte patologie, grazie alle loro proprietà benefiche e terapeutiche, che nel corso dei secoli le conoscenze umane sono riuscite a sfruttare al meglio, in modo sempre più evoluto e specialistico.
Ovviamente questo non è un principio generale, dato che, al contrario, sono in molte quelle dannose che possono mettere seriamente in pericolo la nostra salute.
Se ingerite, magari dopo averle confuse con qualche pianta salutare. si possono infatti vedere sin da subito sintomi da intossicazione alimentare, tra cui nausea, vomito, dolori addominali e diarrea. Dopo circa 24 ore si manifesta anemia, perdita dei capelli e una generale alterazione del funzionamento degli organi vitali.
La cronaca ci ha riportato spesso casi di decessi avvenuti accidentalmente, ad esempio per aver mangiato pasta con fiori di falso zafferano; e la stessa sorte è toccata ad una coppia in Trentino.
Colpa del Colchicum Autumnale che dietro il suo aspetto grazioso e innocuo, nasconde un’insidia mortale: la colchicina una sostanza tossica che può uccidere un essere umano o in poche ore.
In Italia ci sono davvero tantissime piante urticanti, dalle quali osservare debita distanza. Ma gli esperti stanno lanciando un allarme molto serio, relativo alla diffusione della Dendrocnide moroides . Conosciuta come ortica gigante australiana, può far impazzire la gente per il dolore che provoca, tanto che è chiamata anche pianta dei suicidi, dato che le sue tossine rilasciano un dolore talmente forte che molti preferiscono farla finita che sopportarlo.
La pianta in questione si trova a nord-est dell’Australia, è diffusa in Indonesia, dove i locali la chiamano gympie gympie che, in aborigeno, significa pianta che punge. Ma come riconoscerla? L’ortica gigante australiana cresce a singolo stelo, può raggiungere i 3 metri di altezza, ha foglie grandi a cuore, dentate finemente ai margini e i fiori maschili sono circondati da quelli femminili. I fiori variano di colore, andando dal viola al rosa brillante.
I responsabili del dolore insopportabile sono i peli urticanti che rivestono interamente la pianta. Il dolore può durare 1-2 giorni, in alcuni casi anche mesi e la zona toccata si ricopre di piccole macchie rosse, col bordo che si gonfia in pochi secondi. Tra i sintomi legati ai peli nell’aria, starnuti, irritazione fortissima alla gola, sanguinamento dal naso.
Ernie Rider, funzionario senior per la conservazione del Queensland Parks and Wildlife Service, nel 1963 venne punto da questa pianta, raccontando così la spiacevole esperienza: “Non c’è niente che possa competere con esso. E’ dieci volte peggio di qualsiasi altra cosa. Non ho provato nulla di simile al dolore durante 44 anni di lavoro nella boscaglia” poi continua “Non riuscivo a lavorare o dormire e avevo un brutto dolore che mi è durato altri quindici giorni. La puntura persistette per due anni e si ripeteva ogni volta che facevo una doccia fredda. Era insopportabile”.
Attorno alla Dendrocnide moroides, nel corso dei secoli, si sono diffusi tanti racconti di cui non conosciamo la veridicità, essendo al limite del surreale. Molti riferiscono che per il dolore causato da tale ortica, i cavalli si gettano dalle scogliere, mentre alcuni testimoni hanno parlato di un soldato che, impazzito dal dolore, dopo aver impiegato le foglie come carta igienica, si è sparato. Pur non sapendo se tutto ciò corrisponda al vero, quel che è certo che dei cartelli rivolti ai turisti che vogliono visitare le foreste australiane invitano a portare con sé un kit di primo soccorso con antistaminico.