STUPRO DI GRUPPO, IL PADRE SI FA GIUSTIZIA DA SOLO
In Italia ci sono vicende che destano l’attenzione dell’opinione pubblica. Spesso si tratta di gravissimi fatti di cronaca che sconvolgono le persone anche per le modalità in cui avvengono. Di recente il nostro Paese è stato attraversato da vicende che hanno segnato la nazione. Si pensi ad esempio al recente decesso dell’attrice Catherine Spaak, la quale è deceduta dopo aver lottato strenuamente contro una grave malattia. Ma ci sono fatti che ancora a distanza di tempo fanno parlare di sè.
In particolare ve ne è uno accaduto la scorsa estate, nel 2021 quindi. Si tratta di un fatto di cronaca per il quale sono ancora in corso le indagini da parte dell’autorità giudiziaria. La vicenda è avvenuta a Lignano Sabbiadoro, nota località balneare situata in provincia di Udine e vede vittima una ragazza di 18 anni, la quale sarebbe stata stuprata da cinque ragazzi, tra cui l’ex fidanzato. Quello che è successo a seguito della violenza fa capire quanto un genitore si possa sentire ferito da questi episodi.
COSA È SUCCESSO
La Squadra Mobile diretta dal vicequestore Massimiliano Ortolan sta tentando ancora oggi di fare chiarezza sull’accaduto. In quell’occasione i cellulari delle persone idnagate, appunto cinque ragazzi di età compresa tra i 17 e i 21 anni, furono posti sotto sequestro. Il padre della vittima venne a saper subito quanto accaduto.
L’uomo ha raccontato alla stampa quei particolari momenti, quando insieme alla figlia si è recato nell’appartamento dove era avvenuta la violenza. “Quando ho aperto a spallate la porta, dopo avere suonato e bussato invano, si sono chiusi nel bagno. Piagnucolavano, supplicandomi di andare via e minacciandomi di chiamare la polizia e ho capito di trovarmi di fronte a persone insignificanti. Ho lasciato stare, come mi consigliavano i condomini, e ho aspettato gli agenti” – questo il racconto dell’uomo, che ricorda con molto dolore il momento in cui la figlia le ha raccontato cosa era avvenuto.
Il padre della ragazza si era detto anche consapevole che lui stesso potesse essere denunciato per aver violato la proprietà privata, ma la rabbia era davvero tanta. “Quando sono arrivate le forze dell’ordine un poliziotto mi si è avvicinato. Ero stravolto, fuori di me, disperato. Lui si è avvicinato e ha detto “mi metto nei suoi panni, capisco”. Mi sono sentito meno solo, meno triste. Voglio soltanto che mia figlia… lei parla, ci parla, ma cerchiamo di non crearle ansia. Sì, confido nella giustizia” – così aveva concluso l’uomo.