I proprietari di casa in rivolta: “La Costituzione? Calpestata”
“La proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge, che ne determina i modi di acquisto, di godimento e i limiti allo scopo di assicurarne la funzione sociale e di renderla accessibile a tutti.
La proprietà privata può essere, nei casi preveduti dalla legge, e salvo indennizzo, espropriata per motivi d’interesse generale”. Le parole che contiene la nostra Costituzione all’articolo 42 sono fin troppo chiare. Ma da qualche tempo, come abbiamo raccontato in questi giorni, questo diritto è stato messo in discussione da una decisione del governo: il blocco degli sfratti con proroga fino al 31 dicembre 2020. Nella tante mail arrivate in redazione sono emersi tutti i problemi di tanti lettori, proprietari di casa, che di fatto si ritrovano senza l’incasso del canone di locazione dovendo però pagare sugli immobili illegittimamente occupati le imposte (e le spese legali per lo sfratto).
“Rispettare la prorietà privata”
C’è chi però sottolinea come quanto deciso dal governo sia contro i diritti sanciti dalla Costituzione sul fronte della proprietà privata: “Ritengo che con il blocco degli sfratti prorogati fino a fine dicembre 2020 si sia violato l’ articolo 42 della nostra Costituzione (la proprietà privata può essere, nei casi preveduti dalla legge, e salvo indennizzo, espropriata per motivi d’interesse generale), in quanto non è stato previsto alcun indennizzo”, ci scrive Fulvio. C’è anche chi si sfoga in modo più pesante, come nel caso di Patty: “Ho dato in affitto la mia casa. Da luglio 2019 non mi è stato più pagato. Ho avviato la procedura dello sfratto e il 17 di gennaio 2020 il giudice ha emesso la sentenza per lo sfratto esecutivo. Ad oggi la mia casa è occupata dagli inquilini tutelati da questo stato che sta violando la costituzione italiana. Sono offesa e umiliata da questa situazione che con il covid19 non c’entra assolutamente nulla”. Carlo invece ci racconta la sua storia e di fatto avanza dubbi sull’operato del governo: “A gennaio 2020 ho avuto la sentenza di sfratto poi il covid e quindi il blocco sfratti ora prorogato fino al 31/12/2020. I miei inquilini lavorano, uno con contratto in grande azienda a tempo indeterminato,l’altro con contratti di somministrazione. Due settimane al mare in agosto ed intanto io sto pagando l’avvocato che continua a ripetermi che recupereremo tutto,ma francamente ho seri dubbi in proposito. Quello che non riesco a capire è come un governo tra l’altro non eletto possa bloccare una sentenza della magistratura di fatto negando il diritto di proprietà sancito dalla Costituzione”.
Il precedente
Massimo va oltre: “Mi permetto di aggiungere e portare a sua conoscenza che la corte costituzionale si è più volte pronunciata (l’ultima con sentenza del 2004 n.155) sulla illegittimità costituzionale dei provvedimenti con cui il governo proroga in maniera reiterata blocco degli sfratti. Questo governo ha bloccato l’esecuzione di tutti gli sfratti, non solo quelli per finita locazione purché in presenza di un pagamento dei canoni da parte di inquilino ma anche gli sfratti per morosità!!! La mia preghiera è dunque quella di ottenere dal governo una riesame del decreto e un conforto economico per i danni e le sofferenze patite, come è successo a tante categorie di sfortunati”.
Ecco che cosa fare
E su questo tema abbiamo sentito l’avvocato Alessandro Milani (infosfratti2020@gmail.com), dello studio Dirittissimo, che ha cercato di far luce su quanto sta accadendo: “La vicenda è piuttosto complessa e nella sostanza sta creando non pochi problemi a diversi proprietari di casa. Nella norma dopo la convalida di uno sfratto si attende un mese. Poi scatta l’atto esecutivo. Nel giro di 10 giorni viene predisposto il primo accesso con l’ufficiale giudiziario. Di solito al terzo accesso il proprietario ottiene lo sfratto. Questo decreto voluto dal governo ha di certo cambiato gli scenari. La decisione dell’esecutivo di fatto ha caricato sulle spalle dei proprietari somme imponderabili. Tra queste le imposte da pagare”. Ma è su questo punto che l’avvocato Milani fa una riflessione che non va affatto sottovalutata: “Nel momento in cui scatta la convalida di sfratto, il proprietario dell’immobile può recarsi dal proprio commercialista e di fatto bloccare il pagamento delle tasse. Non accade la stessa cosa invece per quanto riguarda gli immobili ad uso commerciale. E in questo caso si potrebbe profilare una violazione della Carta perché due problematiche identiche hanno un’exit strategy totalmente diversa”. Dunque anche in questo caso si può pensare ad una violazione della Carta. I tanti proprietari che ci hanno scritto, va detto, non chiedono sfratti immediati, ma rivendicano da parte del governo un “ristoro” economico per quanto perso finora. Noi stiamo cercando di dar voce a questi contribuenti che senza un affitto pagano onestamente le tasse mentre gli inquilini si godono la loro proprietà.