La Rai “predica” i porti aperti: un altro film pro immigrazione
Soprattutto nell’ultimo anno sono spesso piombate, da più parti sia del mondo della politica che di quello della cultura, molte accuse di “sovranismo” alla Rai per via della scelta della programmazione.
Per fare un esempio, come riportato da Francesco Borgonovo su La Verità, nei giorni scorsi l’autorità delle telecomunicazioni ha richiamato il Tg2 per un servizio sugli Stati Uniti. Ed il motivo appare quanto meno surreale, per non dire bizzarro: nel telegiornale diretto da Gennaro Sangiuliano, era stato definito “abile” Donald Trump.
Un semplice aggettivo che ha espresso un giudizio del giornalista in questione, che però secondo l’authority avrebbe forse minato l’imparzialità del servizio. E tanto è bastato a far nuovamente gridare al presunto sovranismo presente in Rai, rea di pendere dalla parte destra del quadro politico da quando i vertici sono stati rinnovati dal precedente governo.
E dunque da quell’esecutivo a trazione gialloverde, dove le nomine sono state fatte da una maggioranza composta da Lega e Movimento Cinque Stelle. Ma la situazione appare un po’ diversa. A farlo notare è stato proprio Francesco Borgonovo, il quale ha preso in esame la programmazione delle ultime fiction andate in onda nell’azienda del servizio pubblico.
Ad esempio il prossimo 10 marzo su Raiuno andrà in scena il lungometraggio “Tutto il giorno davanti”: si tratta di uno sceneggiato di Luciano Manuzzi e prodotto da Rai Fiction in collaborazione con Regione Siciliana, Sicilia Film Commission e Comune di Palermo.
Il lungometraggio parlerà di immigrazione e focalizzerà l’attenzione su Agnese Ciulla, ex assessore della giunta di Leoluca Orlando nel comune di Palermo. Nella scheda di presentazione, si legge che il film ha come oggetto “la storia di Agnese Ciulla, ex assessore alle attività sociali del comune di Palermo […] che nel maggio 2016 diventò “la grande madre dei migranti”, raggiungendo la ribalta mediatica nazionale per la tutela di tutti i bambini che arrivavano in città senza i genitori o un parente, i cosiddetti minori stranieri non accompagnati”.
In poche parole, si tratta dell’ultima pellicola dove si parla di migranti e dove ad essere vista in chiave positiva è la visione politica di persone legate al centro – sinistra. Come sottolineato dallo stesso Borgonovo, sembra quasi che il lungometraggio su Agnese Ciulla sia stato ideato dopo lo stop alla fiction su Mimmo Lucano, il sindaco di Riace finito poi in alcuni guai giudiziari che doveva essere interpretato da Beppe Fiorello. Lucano, come ben si sa, è una delle bandiere della linea dell’accoglienza, il film che andrà in onda il 10 marzo potrebbe far assurgere a questo ruolo anche l’ex assessore Agnese Ciulla.
Il lungometraggio previsto poi, fa il paio con la fiction Lampedusa, dove il protagonista era interpretato da Claudio Amendola e dove il principale argomento era quello dell’immigrazione, così come con il film Nour, prodotto da Rai Fiction, in cui Sergio Castellitto ha interpretato Pietro Bartolo, ex medico di Lampedusa ed oggi europarlamentare del Partito Democratico.
Già solo sul tema immigrazione dunque, certamente la Rai non sembra aver sposato la causa della parte sovranista. Al contrario, la prospettiva con la quale viene trattato questo argomento appare decisamente più in linea con le prese di posizione dell’ambiente politico e culturale di centro – sinistra. E quelle accuse di “sovranismo” appaiono tanto infondate quanto a volte intimidatorie: quasi come ad avvertire che, se per davvero un giorno dovesse essere dato spazio ad una prospettiva vicina ad altre parti politiche, allora non mancheranno levate di scudi e pesanti prese di posizione.