Massacrata da un familiare, 39enne muore in ospedale. Nelle stesse ore il raid in Pronto Soccorso
In quei momenti moriva Irina, giunta giorni prima in fin di vita per il pestaggio del suo compagno. Il decesso della donna è indipendente dall’evento della devastazione. Ma si apre una riflessione sul rispetto dei luoghi di soccorso.
A “Mattino Cinque” parla il dottore Bellinfante dopo la violenza dei parenti del 15enne ucciso da un carabiniere: “Un attacco a chi ti cura”
Una rabbia sfogata contro gli operatori della struttura che, come racconta Bellinfante, hanno medicato gli stessi responsabili delle violenze, che si erano procurati delle ferite mentre spaccavano le stanze del pronto soccorso.
“Sono state scene di guerra, un’ apocalisse. E mi hanno fatto rimanere molto male”, afferma il medico. “Non è una reazione giustificata, siamo tutti dispiaciuti per una giovane vittima, ma arrivare a tanto non si può”, conclude Bellinfante.
Tra gli sgomenti presenti al raid di massa per la morte del giovane Ugo Russo, quindici anni, ci sono i genitori di Irina, 39 anni, morta in quegli istanti al pronto soccorso dopo essere stata pestata a sangue dal suo compagno.
“Femminicidio che passa sotto silenzio superato dall’enfasi della folle aggressione” – scrive il quotidiano La Repubblica in un articolo – La vittima era arrivata al Pronto Soccorso giorni prima, accompagnata dalla madre con chiari segni di violenza: le percosse le avevano spappolato la milza, oltre ad averle causato varie contusioni su tutto il corpo. A peggiorare ulteriormente una situazione già gravissima, le patologie pregresse di cui soffriva la donna.
Francesco Emilio Borrelli: “Chi è vittima muore tra l’indifferenza generale mentre ai criminali viene dato spazio e solidarietà.”
Nella notte della violenza all’ospedale dei Pellegrini, ad opera dei familiari del 15nne che ha tentato la rapina al carabiniere, è deceduta tra l’indifferenza generale una donna di origine ucraina di 39 anni ricoverata nei giorni scorsi in grave condizioni in seguito a violenze e percosse con lo spappolamento di fegato e milza da parte di un familiare.
“E’ incredibile come l’attenzione in questi giorni si sia concretata solo sulla morte di Ugo Russo, che era sì un ragazzo giovane ma è stato protagonista di un’attività criminale, uno che ha tentato una rapina. Invece una donna vittima di violenze è morta nel silenzio, nell’indifferenza generale. I parenti di questa donna, che la notte di sabato 29 febbraio si trovavano in ospedale, sono stati spintonati dai familiari e amici di Russo, si sono ritrovati nel caos causato da chi ha preferito aggredire i medici piuttosto che fare un mea culpa sulla tragica fine del ragazzo. Si tende a dare spazio e solidarietà sempre più spesso ai carnefici e sempre meno alle vittime.” – è stato il commento del Consigliere Regionale del sole che ride Francesco Emilio Borrelli.