Rai, è guerra per le nomine. E ora il Pd si riprende il Tg3
Un puzzle da mille pezzi. In Viale Mazzini è tutto pronto e per questo tutto è fermo in vista del consiglio di amministrazione Rai, in cui all’ordine del giorno vi saranno le tanto attese nomine.
Un rompicapo più difficile del solito, visto che la maggioranza di governo giallorossa non è quella che ha nominato i vertici attuali dell’emittente pubblica.
Fabrizio Salini, amministratore delegato Rai, è al lavoro per chiudere il suo “pacchetto” di nomi e cognomi: giovedì 28 novembre sarà il giorno “x”.
La situazione è forse più delicata del solito visto il cambio dell’esecutivo: il centrodestra, infatti, è sulle barricate per evitare che il centrosinistra faccia la voce del padrone. Il Partito Democratico, invece, vuole a tutti i costi la guida di un telegiornale, viste le delicate elezioni regionali in arrivo e, in futuro (forse neanche così anteriore), le politiche nazionali.
Insomma, sulle nomine e guerra vera. Il piano industriale e di riorganizzazione aziendale di “Mamma Rai” riparte anche da qui e Salini si deve muovere da equilibrista.
Nell’ottica di (ri)dare un nuovo potere e un rinnovato peso al Pd di Nicola Zingaretti, l’idea dell’amministratore delegato sembra essere quella di accontentare i dem con la nomina di Mario Orfeo alla guida del telegiornale su Rai Tre. Un nome, quello di Orfeo, che non scontenterebbe troppo il centrodestra.
Dal Nazareno, però, mugugnano. Il Messaggero, infatti, rivela i pensieri che arrivano dal quartier generale del Pd: “Va rotto il monocolore leghista in casa Rai e soprattutto nei tiggì. Ben venga l’inizio di un riequilibrio, ma Salini non può cavarsela dandoci solo qualche direzione di rete o altri ruoli”. E ancora: “Il reparto giornalistico, dove hanno il Tg2, RaiSport, RaiParlamento, l’intera importantissima TgR e una vagonata di vice-direzioni non può più essere il cortile di casa del centrodestra…”.
Rai Uno vede Giuseppe Carboni come direttore del telegiornale a vissuto tempi migliori e dal 2018 la rete ammiraglia soffre di un calo generale degli ascolti. E così a sostituire Carboni alla guida del Tg1 potrebbe arrivare Stefano Coletta, direttore di Rai Tre dal 27 luglio 2017, che porta con sé ottimi risultati. Ecco, sulla terza rete – quella della cosiddetta TeleKabul – potrebbe seriamente approdare Mario Orfeo. Una figura che, peraltro, troverebbe il benestare anche dei renziani, sia quelli approdati in Italia Viva che quelli rimasti nel Partito Democratico.
Il nodo più intricato è Rai Due, attualmente diretta da Carlo Freccero. A capo della rete potrebbe finirci Marcello Cinnamea, già responsabile dei palinsesti. Ma alla Lega piace anche il profilo di Milo Infante, mentre Fratelli d’Italia punterebbe su Ludovico Di Meo, oppure, in alternativa, su Giampaolo Rossi.
Giovedì, finalmente, si giocherà a carte scoperte.