Fondi misteriosi per la Festa dell’Unità: i conti dem nel mirino della Guardia di finanza
La Guardia di finanza non sarebbe riuscita a tracciare l’esatta provenienza di alcuni fondi utilizzati negli ultimi anni dal Partito Democratico.
Secondo quanto riportato dal quotidiano La Verità, le autorità fiscali avrebbero definito “sospetta” l’operatività della Fondazione Eyu, la stessa dalla quale sarebbero partiti i flussi di denaro senza giustificativi, nonché la stessa guidata da Francesco Bonifazi, ex tesoriere del Partito Democratico fino al marzo 2019. I soldi misteriosi sarebbero finiti sui conti di Democratica srl, una società in liquidazione che gestiva le testate L’Unità, Europa e Donna Europa.
Analizzando nel dettaglio i bilanci di Eyu, si scopre come i suoi conti siano pressoché in ordine, con 1.444.527 euro in entrata e 1.401.856 in uscita. Eppure c’è qualcosa che non convince le Fiamme gialle, insospettite da alcuni nomi noti alla giustizia che in tempi più o meno recenti hanno versato denaro alle casse della fonazione somme ingenti. Ad esempio Luca Pranasi, arrestato per la vicenda dello stadio della Roma, aveva sborsato 150 mila euro: soldi, questi, destinati probabilmente al Pd e non iscritti nei bilanci.
A proposito dei bilanci, le entrate di gestione ammontano a 846.769 euro, ovvero la metà di quanto è transitato sul conto corrente Eyu analizzato. Il mistero si infittisce quando prendiamo in considerazione le spese. L’informativa della Guardia di finanza parla chiaro: “Considerato che da statuto la fondazione persegue le proprie finalità operando prevalentemente attraverso l’ assegnazione di contributi a progetti e iniziative, dalle disposizioni effettuate non è possibile risalire ai singoli progetti finanziati e dal bilancio consuntivo del 2017 gli oneri da attività istituzionali ammontano a 244.803 euro, cifra decisamente inferiore agli addebiti effettuati”.
I conti non tornano
Gli addebiti, infatti, tra il 9 ottobre 2017 e il 5 novembre 2018 hanno toccato auota 1.274.885 euro, arrivati sul conto Eyu attraverso 46 differenti bonifici, sia provenienti dall’Italia che dall’estero. Le uscite riguardano per lo più la Festa dell’Unità del 2017, costata 61 mila euro, anche se il totale dei fondi transitati da Eyu a Democratica arrivano a 122 mila euro, cioè il doppio. Presente anche un bonifico da 20 mila euro (5 giugno 2018) per la Fondazione Open, impegnata all’epoca organizzare la Leopolda. In poche parole Eyu, in passato definita “cassaforte del Partito Democratico” sostiene anche altre entità vicine allo stesso Pd.
La Guardia di finanza ha scavato ancora più in profondità e ha preso in esame anche i conti di Democratica. I bonifici provenienti dal Pd ammontano a 895.750 euro ma 565.210 euro “non sono connessi alle attività editoriali” ma “si riferiscono ai corrispettivi pattuiti per l’organizzazione della Festa dell’Unità”. Ancor più nel dettaglio, una parte della somma è stata utilizzata per la Festa dell’Unità, mentre 160.924 euro per il “riaddebito di costi” riguardante il quotidiano L’Unità.
Al di là della motivazione ufficiale, secondo i finanzieri l’importo “risulta incompatibile” con gli accrediti transitati sul conto intestato alla società. In totale, considerando Eyu e Democratica, non tornano i conti su oltre 400 mila euro: 244.803 per Eyu, 160924 per Democratica. Gli accrediti pervenuti sul conto Eyu non trovano corrispondenza nei dati di bilancio 2017, inoltre ci sono giroconti “pervenuti da altro intermediario di cui non è possibile verificare l’origine della provvista”. I conti proprio non tornano.