Un lavoratore su dieci a rischio povertà secondo Eurostat. Pd attacca: “Salario minimo sabotato da Meloni”

L’ultima fotografia scattata da Eurostat sulla situazione economica italiana dipinge un quadro preoccupante: la povertà, lungi dall’essere confinata ai margini della società, si sta diffondendo tra chi lavora. I dati diffusi dall’istituto europeo mostrano un aumento del rischio di povertà per gli occupati, con un 9% che nel 2024 guadagna meno del 60% del reddito mediano nazionale, in crescita rispetto all’8,7% del 2023. Un dato ancora più allarmante riguarda i lavoratori adulti che hanno lavorato almeno metà dell’anno, con il 10,2% a rischio povertà.

La pubblicazione dei dati Eurostat ha immediatamente innescato reazioni politiche, con il Partito Democratico in prima linea ad attaccare il governo Meloni. “Abbiamo raccolto oltre centomila firme per il salario minimo. È una vergogna che non sia stato ancora calendarizzato. Di cosa ha paura Giorgia Meloni?” ha dichiarato Arturo Scotto, capogruppo Pd in Commissione Lavoro, sottolineando l’urgenza di affrontare la questione salariale.

I più colpiti: giovani, autonomi e il divario di istruzione

L’analisi dei dati Eurostat rivela che alcune categorie sono particolarmente vulnerabili. I lavoratori autonomi sono i più colpiti, con il 17,2% a rischio povertà. Seguono i giovani tra i 16 e i 29 anni, con l’11,8% che fatica ad arrivare a fine mese. Anche i lavoratori part-time, sebbene in leggera diminuzione (dal 16,9% al 15,7%), restano una categoria a rischio.

Un elemento chiave che emerge è il forte impatto del livello di istruzione sulla situazione economica. Tra i laureati, solo il 4,5% risulta povero, a fronte del 18,2% di chi ha solo la scuola dell’obbligo. Un dato che sottolinea l’importanza di investire nell’istruzione per contrastare la povertà e l’esclusione sociale.

Confronto europeo e divari sociali in crescita

Il confronto con gli altri paesi europei mette in evidenza le difficoltà dell’Italia. Mentre in Germania il tasso di lavoratori poveri è del 3,7%, in Finlandia si attesta al 2,2%. La Spagna, pur con un dato simile all’Italia (9,6%), mostra un trend in calo.

In Italia, inoltre, il divario tra ricchi e poveri continua ad allargarsi. Il 10% più ricco della popolazione detiene il 24,8% del reddito nazionale, mentre il 10% più povero si deve accontentare del 2,5%.

Il PD: “Serve subito il salario minimo”

Il Partito Democratico, per voce dei suoi esponenti, ribadisce la necessità di un intervento immediato. “Il governo Meloni continua a ignorare la questione del salario minimo. Non solo non vengono rinnovati i contratti collettivi, ma milioni di lavoratori vedono il proprio potere d’acquisto falcidiato” ha denunciato Scotto. Marco Sarracino, responsabile Sud del Pd, ha sottolineato la drammatica situazione nel Mezzogiorno, dove un lavoratore su quattro guadagna meno di 9 euro l’ora.

Deprivazione materiale e rischio esclusione sociale persistono

Nonostante qualche lieve miglioramento, la situazione complessiva rimane critica. Nel 2024, il 23,1% degli italiani è a rischio povertà o esclusione sociale. La deprivazione materiale grave colpisce il 4,6% della popolazione, pari a circa 2,7 milioni di persone. Sebbene i minori a rischio povertà siano in calo, preoccupa l’aumento del numero di over 65 in difficoltà economiche.

La pubblicazione dei dati Eurostat riaccende dunque il dibattito politico sulla povertà e le disuguaglianze in Italia, con il Partito Democratico che chiede azioni concrete e immediate per tutelare i lavoratori e garantire un futuro più equo. Il governo, al momento, non ha ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali in risposta alle accuse del PD.

This website uses cookies. By continuing to use this site, you accept our use of cookies.  Per saperne di più