Italia, l’eruzione del Vulcano e il comunicato: “Non..

L’Italia è uno dei paesi più interessanti al mondo dal punto di vista vulcanologico, grazie alla sua posizione geografica al confine tra la placca africana e quella euroasiatica. Questa particolare collocazione fa sì che sul territorio italiano si trovino alcuni dei vulcani più attivi e studiati al mondo.

Questa particolare posizione rende anche la nostra Penisola uno dei Paesi europei con il più alto rischio sismico. Le tensioni tettoniche che si accumulano lungo questa linea di contatto sono responsabili di frequenti scosse di terremoto, spesso anche di elevata intensità.

Da nord a sud, nessuna regione è completamente immune, sebbene alcune zone siano considerate a rischio maggiore. Le aree più sismiche si concentrano principalmente lungo l’Appennino centrale e meridionale, nella zona della Calabria, in parte della Sicilia e nel Friuli Venezia Giulia. Questi territori hanno una lunga storia di eventi sismici devastanti, come il terremoto dell’Irpinia del 1980, quello dell’Aquila nel 2009 e la sequenza sismica del Centro Italia del 2016-2017.

Anche se la sismicità può variare da regione a regione, l’intero Paese è sottoposto a una continua attività tellurica, con centinaia di micro-scosse che vengono registrate ogni anno. La sorveglianza sismica in Italia è affidata all’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), che monitora costantemente il territorio grazie a una rete capillare di stazioni sismiche.

L’INGV coordina il monitoraggio dei vulcani italiani attraverso stazioni sismiche, satelliti, droni e rilevazioni sul campo. I piani di evacuazione, soprattutto per l’area vesuviana e flegrea, sono oggetto di aggiornamenti continui per garantire la sicurezza della popolazione.

E’ di questi minuti un clamoroso comunicato dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. L’ente di ricerca italiano deputato allo studio dei fenomeni geofisici e vulcanologici ha fatto scattare l’allerta per l’eruzione del Vulcano. Cosa sta succedendo?

Dalle ore 20:00 circa, le telecamere di sorveglianza dell’Osservatorio Etneo dell’INGV hanno ripreso una vivace attività stromboliana al Cratere di Sud-Est, accompagnata da un trabocco lavico sul versante sud-orientale. Secondo le previsioni, le eventuali nubi eruttive si disperderanno verso est, senza al momento rappresentare un pericolo per le aree abitate.

L’attività vulcanica è preceduta da un progressivo incremento del tremore a partire dalle 15:00, con valori che hanno raggiunto la fascia alta intorno alle 19:20 e continuano a salire. Le sorgenti del tremore sono localizzate sotto il Cratere di Sud-Est, a circa 2.800 metri di quota. Anche l’attività infrasonica è in moderato aumento dalle 19:50, confermando la dinamicità dell’evento in corso.

Le reti di monitoraggio clinometrica e GNSS non segnalano per ora deformazioni significative del suolo, il che suggerisce che l’eruzione non sia al momento legata a un’importante risalita di magma profondo. Tuttavia, l’INGV mantiene alta l’attenzione, data la rapidità con cui l’attività stromboliana si è sviluppata.

Storicamente, l’Etna alterna fasi di quiete a periodi di intensa attività. Se l’attuale trend proseguirà, non è escluso un ulteriore aumento delle esplosioni o l’apertura di nuove bocche effusive. L’Osservatorio aggiornerà in tempo reale, mentre i voli aerei sull’area potrebbero subire variazioni in caso di aumento delle emissioni di cenere.

L’ultima eruzione significativa risale al 2023, ma il vulcano rimane uno dei più attivi al mondo. La Protezione Civile invita a seguire le indicazioni ufficiali, pur escludendo al momento rischi per la popolazione. Si attendono aggiornamenti nelle prossime ore.

This website uses cookies. By continuing to use this site, you accept our use of cookies.  Per saperne di più