Come è morto Papa Francesco: “Il cuore ha ceduto dopo la crisi respiratoria”

Nella mattinata di oggi, il Vaticano ha annunciato con dolore la perdita di Papa Francesco, il 266º pontefice della Chiesa cattolica. La notizia è stata resa nota alle ore 7:35 dal cardinale Kevin Farrell, attraverso un messaggio ufficiale pubblicato sul canale Telegram del Vaticano: «Questa mattina alle 7.35 il Vescovo di Roma, Francesco, è tornato alla casa del Padre». Un evento che ha suscitato profonda commozione in tutto il mondo, con i fedeli e i leader religiosi che rendono omaggio a un Papa che ha segnato un’epoca con il suo stile di guida umile e determinato.

L’ultimo apparizione pubblica del Papa risale alla domenica di Pasqua, quando si era affacciato a Piazza San Pietro per impartire la benedizione Urbi et Orbi. Nonostante l’apparente affaticamento, aveva mostrato una presenza serena e deciso. Tuttavia, pochi giorni prima della sua scomparsa, aveva evidenziato segni di difficoltà respiratoria, portando alla luce le sue condizioni di salute precarie.

Le cause della morte: un evento improvviso ma prevedibile

Secondo le prime ricostruzioni ufficiali, Papa Francesco sarebbe deceduto a causa di un’emorragia cerebrale. Fonti sanitarie, dopo aver visitato il corpo del Papa questa mattina, hanno escluso che si trattasse di una crisi respiratoria come causa immediata del decesso. Gli esperti hanno riferito che i polmoni di Bergoglio non presentavano segni di criticità rilevanti, smentendo le indiscrezioni iniziali di complicazioni respiratorie dirette.

Il ruolo di una crisi cardiaca nella morte del Papa

Il dottor Claudio Micheletto, direttore di Pneumologia dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona e presidente dell’Associazione Pneumologi Ospedalieri, ha fornito ulteriori dettagli sulla dinamica degli ultimi momenti di vita del Pontefice. «Nei giorni scorsi, il Papa ha mostrato segni di insufficienza respiratoria, come l’uso di dispositivi di ossigeno e segni di affaticamento», ha spiegato Micheletto. «In pazienti con patologie respiratorie croniche, una grave crisi di ossigenazione mette a rischio il cuore, che può cedere improvvisamente a causa di un arresto cardiaco».

La descrizione degli ultimi giorni sottolinea come il Papa, pur apparendo debilitato, avesse continuato a svolgere le sue funzioni con determinazione fino all’ultimo momento. Recentemente ricoverato al Policlinico Gemelli per complicazioni respiratorie, aveva mostrato chiarezza di intenti e uno spiccato senso di responsabilità. La sua morte, quindi, si presenta come il risultato di una crisi cardiovascolare acuta, scatenata dall’insufficienza respiratoria che aveva affrontato nei giorni precedenti.

Una vita dedicata alla fede e alla resistenza

Papa Francesco ha combattuto duramente contro le sue fragilità fisiche, dimostrando grande resistenza e spirito di sacrificio. Il suo passato di interventi chirurgici, infezioni e condizioni di salute debilitanti non sono mai riusciti a fermare la sua missione pastorale. Fino all’ultimo, ha mantenuto una forte dedizione al servizio dei fedeli, ispirando milioni di persone con il suo esempio di umiltà e misericordia.

Il mondo piange una guida spirituale che ha promosso il dialogo, la solidarietà e il rispetto per i più deboli. La scomparsa di Papa Francesco segna una perdita enorme per la Chiesa cattolica, che ora si prepara a affrontare il momento del pontificato senza il suo leader più compassionevole degli ultimi decenni.

This website uses cookies. By continuing to use this site, you accept our use of cookies.  Per saperne di più