’interprete di Meloni si scusa dopo la gaffe con Trump: “Ha fatto bene”
L’interprete di Meloni si scusa dopo la gaffe con Trump: «Ha fatto bene a interrompermi» – L’intervista al Corriere
La vicenda che ha suscitato l’attenzione internazionale, diventando virale sui social e sui media di tutto il mondo, trova ora una protagonista che rompe il silenzio: Valentina Maiolini-Rothbacher, l’interprete ufficiale di Giorgia Meloni durante il faccia a faccia con Donald Trump nello Studio Ovale della Casa Bianca. In un’intervista al Corriere della Sera, la donna di 55 anni chiarisce i dettagli di quella giornata, caratterizzata da un episodio che ha lasciato tutti sbalorditi.
«Non mi era mai successo, non so che cosa abbia fatto il mio cervello. Chiedo scusa», ha confidato Maiolini-Rothbacher, spiegando come l’episodio abbia rappresentato un momento di grande stress e confusione. La scena—che ha visto Meloni interrompere improvvisamente l’interprete—ha alimentato numerosi meme e titoli come “Meloni zittisce l’interprete”. Ora, la stessa interprete spiega cosa si nasconde dietro quell’interruzione.
«Era un momento importante, ho avuto un blackout», racconta. «Meloni ha fatto bene a fermarmi—continua—era un incontro di fondamentale rilevanza e ogni parola contava. Io leggevo gli appunti lentamente, riformulavo e non ero abbastanza chiara. Per fortuna non ho detto nulla di sbagliato, ma non ero all’altezza del momento».
Maiolini-Rothbacher, che ha accompagnato Meloni in incontri di alto livello come il G7 e il G20, si trova alla sua prima esperienza alla Casa Bianca. La confusione nel momento dell’interprete sembrava essere alimentata anche dal contesto caotico dell’incontro: i giornalisti italiani urlavano per fare domande, mentre Donald Trump chiedeva di tradurre commentando la voce della premier. Tutti questi elementi hanno contribuito a un senso di smarrimento, che comunque il suo occhio attento agli appunti ha confermato essere stato esclusivamente suo.
Dopo l’incidente, la stessa Maiolini-Rothbacher rivela di non aver avuto un chiarimento diretto con Meloni. «Sono andata subito in albergo a prendere il bagaglio e sono partita per l’aeroporto. Finora, mi hanno chiamato solo i colleghi per solidarietà», spiega.
Nonostante l’imbarazzo, l’interprete non cerca scuse: «È stato uno smacco per un’interprete, ma ho imparato qualcosa. La premier voleva essere perfettamente compresa da Trump, e ha fatto bene ad autotradursi». Quel momento, seppur difficile, sembra aver lasciato uno spunto di riflessione sulla professionalità e sulla gestione delle emergenze in contesti internazionali così complessi.