“Come una cameriera”. Attacco durissimo a Giorgia Meloni

Il recente viaggio ufficiale della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, negli Stati Uniti ha scatenato un intenso dibattito politico e mediatico, accendendo le tensioni tra sostenitori e critici dell’esecutivo. L’evento, che si è svolto in un contesto internazionale altamente scrutinato, ha diviso le opinioni sul significato e sui risultati dell’incontro con il presidente americano, Donald Trump.

Il frontespizio delle reazioni positive proviene dalla destra politica e dai rappresentanti di Fratelli d’Italia, che hanno celebrato il viaggio come un successo diplomatico per l’Italia. Molti hanno sottolineato la sintonia tra Meloni e Trump, definendo l’incontro un momento storico che avrebbe segnato il ritorno dell’Italia sulla scena internazionale. I commentatori più favorevoli hanno evidenziato come il dialogo tra i due leader abbia aperto nuove possibilità di collaborazione strategica e rafforzato la posizione dell’Italia nel contesto globale.

Dall’altra parte, le forze di opposizione hanno ribattuto con fermezza, definendo l’essenza dell’incontro come puramente simbolica e priva di concreti risultati pratici. La critica si è concentrata sull’assenza di temi fondamentali nel colloquio, come i dazi commerciali, il problema del gas naturale liquefatto (GNL) – che rappresenta una voce di costo elevato e impattante sull’ambiente – e l’aumento delle spese militari. Secondo i detrattori, l’incontro sarebbe stato più una passerella propagandistica che un’opportunità per affrontare questioni di rilievo per il Paese.

La polemica più incendiaria è scoppiata però con le dure dichiarazioni di Nicola Fratoianni, leader di Alleanza Verdi e Sinistra, che ha descritto senza mezzi termini l’atteggiamento di Meloni durante il meeting. In un’intervista, Fratoianni ha affermato: «Mi è sembrato che Giorgia Meloni non si sia comportata come la presidente del Consiglio di una nazione sovrana, ma piuttosto come una cameriera durante un pranzo privato con Trump». Un paragone pesantissimo, che ha suscitato immediate reazioni di indignazione da parte del centrodestra, e che Fratoianni ha ulteriormente rafforzato criticando le modalità non dignitose attraverso cui la premier avrebbe gestito l’incontro, arrivando persino a definirla una figura servile alle volontà di Trump.

Oltre alla forma, Fratoianni ha puntato il dito anche sulla sostanza delle proposte avanzate da Meloni, giudicate dagli oppositori come poco in linea con gli interessi italiani. Tra queste, l’impegno a incrementare drasticamente le spese militari, con l’obiettivo di raggiungere o superare il 2% del PIL – una decisione potenzialmente molto onerosa per il bilancio nazionale – e l’accordo per l’acquisto di GNL dagli Stati Uniti, che potrebbe aggravare ulteriormente i costi energetici per le famiglie e le imprese italiane. La promozione di una cooperazione sul nucleare e l’investimento di 10 miliardi di euro in progetti negli Stati Uniti sono stati altresì criticati come scelte che privilegiano gli interessi stranieri a discapito di settori chiave in Italia come sanità, istruzione e trasporti, già fragile e sotto-finanziata.

Fratoianni ha concluso il suo intervento evidenziando una conseguenza preoccupante del rapporto con l’amministrazione americana: secondo lui, Trump avrebbe già chiarito che il 2% del PIL in spese militari non sarebbe sufficiente, dando così segnali di un rapporto di sottomissione e asimmetria tra le due nazioni. «Trump sa che continuerà a ottenere ciò che vuole, senza troppi scrupoli, mentre l’Italia obbedisce», ha affermato, dipingendo un quadro di subordinazione politica e strategica.

Il viaggio di Meloni negli Stati Uniti rimane al centro di un acceso dibattito, simbolo delle tensioni tra autonomie nazionali e alleanze internazionali, tra visioni di sovranità e logiche di potere globale. Mentre le opposizioni denunciano un deficit di risultati concreti e una gestione poco dignitosa delle relazioni internazionali, i sostenitori sottolineano la volontà di riposizionare l’Italia sulla scena mondiale e di rafforzare i legami con gli Stati Uniti. La vicenda continuerà sicuramente ad alimentare le discussioni nel panorama politico italiano, che si prepara a futuri sviluppi e a possibili decisioni di politica estera influenzate da questa controversa visita.

This website uses cookies. By continuing to use this site, you accept our use of cookies.  Per saperne di più