Risarcimento a vita dopo il vaccino: 700 euro al mese, donna vince la causa contro Astrazeneca
La storia di una donna di 60 anni di La Spezia mette in luce le conseguenze inaspettate e gravi che possono derivare dalla vaccinazione contro il Covid-19. Dopo essersi sottoposta al vaccino Astrazeneca nell’aprile 2021, la sua vita è stata stravolta da effetti collaterali devastanti, trasformando un gesto di protezione in un incubo.
Un Incubo Post-Vaccinazione
Dieci giorni dopo la somministrazione del vaccino, la donna ha iniziato a manifestare sintomi preoccupanti: sanguinamenti dalle orecchie e dal naso, seguiti da macchie sulla pelle. In preda al panico, si è recata d’urgenza al pronto soccorso dell’ospedale Sant’Andrea, dove, dopo una serie di esami, le è stata diagnosticata una grave riduzione delle piastrine nel sangue. Questa condizione, nota come piastrinopedia autoimmune, ha richiesto un lungo periodo di osservazione nel reparto Malattie infettive. I medici hanno confermato che la malattia era attribuibile al vaccino Astrazeneca, diagnosticando una trombocitopenia autoimmune, una condizione rara e pericolosa che non può essere curata, ma solo gestita.

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La Lotta per la Giustizia
Di fronte a una situazione così drammatica, la donna ha deciso di intraprendere una causa legale contro Astrazeneca, chiedendo giustizia per i danni subiti. Dopo una lunga battaglia legale, il tribunale le ha riconosciuto un risarcimento mensile di 700 euro per il resto della sua vita, un riconoscimento ufficiale del danno irreversibile subito. L’avvocato Andrea Frau, che ha assistito la donna nella causa, ha sottolineato l’importanza di questo caso, evidenziando come, sebbene il vaccino sia stato un atto di responsabilità, ci siano stati effetti collaterali gravi per alcune persone.
Un Risarcimento che Non Restituisce la Salute
Tuttavia, il risarcimento mensile non può restituire la salute alla donna. La sua vita è stata segnata da controlli medici costanti, farmaci e una quotidianità alterata da una malattia autoimmune ormai irreversibile. L’incidente ha segnato un punto di non ritorno, trasformando un atto di protezione in una lotta quotidiana per la salute.
Nonostante le difficoltà, la donna ha dimostrato un coraggio straordinario nel battersi per far valere i propri diritti. La causa legale vinta rappresenta un segno di giustizia in un caso che ha avuto conseguenze drammatiche e che mette in evidenza la necessità di una maggiore attenzione agli effetti collaterali dei vaccini.