Guerra, chi verrebbe chiamato alle armi nel caso l’Italia entrasse in un conflitto
In un contesto internazionale sempre più teso, le dichiarazioni della presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, hanno riacceso il dibattito sulla preparazione militare dell’Europa. La sua affermazione, “Se l’Europa vuole evitare la guerra, deve prepararsi alla guerra”, ha sollevato interrogativi su come l’Italia, in particolare, gestirebbe una potenziale mobilitazione in caso di conflitto.
Dal 2004, la leva obbligatoria è stata sospesa per i nati dopo il 1 gennaio 1986, ma in un’eventualità di guerra, la situazione potrebbe cambiare drasticamente. Massimiliano Masia, avvocato cassazionista esperto di diritto militare, ha fornito chiarimenti su chi verrebbe richiamato alle armi e quali sarebbero i criteri di esenzione.
Chi verrebbe richiamato?
In caso di conflitto, i primi a essere mobilitati sarebbero i militari in ferma permanente delle forze armate italiane, che comprendono l’Esercito, la Marina, l’Aeronautica, i Carabinieri e la Guardia di Finanza. A seguire, verrebbero richiamati gli ex militari che hanno lasciato il servizio attivo negli ultimi cinque anni. Solo in situazioni di estrema necessità, i civili potrebbero essere coinvolti.
È importante notare che, sebbene la leva obbligatoria sia stata sospesa, potrebbe essere reintrodotta tramite decreto ministeriale in caso di guerra o crisi internazionale, rendendo possibile un richiamo più ampio della popolazione.
Chi sarebbe esonerato?
La questione delle esenzioni è cruciale. Secondo Masia, sarebbero esentati coloro che non soddisfano i requisiti di età, idoneità fisica e morale previsti dalla legge. Questo include individui con imperfezioni fisiche, patologie legate alla tossicodipendenza, orfani di entrambi i genitori con responsabilità familiari, e coloro che sono l’unico figlio convivente di un genitore disabile. Inoltre, altre esenzioni potrebbero applicarsi a situazioni economiche particolari, dove il richiamo alla leva comprometterebbe il sostentamento della famiglia.
Criteri relativi all’età
Masia chiarisce che, attualmente, nelle liste di leva sono inclusi i soggetti che compiono 17 anni nell’anno di formazione delle liste e che sono chiamati alla visita di leva al compimento dei 18 anni, fino al 45esimo anno di età. Tuttavia, in caso di guerra, il Governo potrebbe modificare questi criteri, includendo anche le donne e aumentando il limite di età per i richiamabili, superando il limite attuale di 45 anni, considerato anacronistico rispetto alle aspettative di vita odierne.