Nosr Manlapaz madre di Mark Samson: ha confessato di aver aiutato il figlio a nascondere il corpo l’occultamento del cadavere di Ilaria Sula
Proseguono le indagini sull’omicidio di Ilaria Sula, la 24enne trovata senza vita in una valigia gettata in un dirupo a Capranica Prenestina. Al centro dell’inchiesta non c’è più solo Marc Samson, il 23enne che ha confessato il delitto, ma anche sua madre, Nosr Manlapaz, ora indagata per concorso in occultamento di cadavere. A confermarlo è Fabrizio Gallo, legale del giovane, all’uscita dalla Questura di Roma dove, nelle scorse ore, la donna è stata ascoltata dagli inquirenti.
“Ho fatto tutto io”, ha ripetuto Marc più volte, dichiarandosi unico responsabile. Tuttavia, la pulizia minuziosa dell’appartamento e l’eliminazione di ogni traccia lasciano aperti numerosi interrogativi. Secondo la Procura, l’iscrizione della madre nel registro degli indagati è un atto dovuto in questa fase delle indagini, utile a chiarire eventuali responsabilità nella vicenda.
Una dinamica ancora piena di ombre
Ilaria è entrata nell’abitazione dell’ex compagno la sera del 25 marzo, dopo che una coinquilina l’aveva avvisata che Marc era entrato nella sua stanza e aveva fotografato delle conversazioni private. Dopo essersi ripresa alcune cose personali, pare abbia deciso di fermarsi a dormire lì. Una scelta che, secondo gli inquirenti, non convince del tutto, considerando la tensione tra i due.
La mattina successiva, Marc racconta di averle portato la colazione, poi di averla colpita con un coltello (mai ritrovato) e nascosto il corpo in una valigia. Ha poi ripulito la scena, buttato via tutto ciò che poteva incastrarlo e si è diretto in auto verso Capranica, dove ha abbandonato il cadavere in un dirupo.
Le immagini e i dubbi
Le telecamere di sorveglianza del paese hanno ripreso la sua auto alle 18 del 26 marzo. Ma questa versione è in contrasto con quanto dichiarato in un primo momento: I genitori avevano negato di aver sentito litigi e Marc aveva sostenuto che la madre dormisse perché malata. Davanti al giudice, però, ha smesso di parlare di loro. Eppure, risulta difficile credere che in un appartamento di 50 mq, per oltre 24 ore, nessuno si sia accorto di nulla.
Gli inquirenti, intanto, non escludono la premeditazione: «Non può che concludersi che, nel momento in cui ha agito, si sia ampiamente prefigurato di poter cagionare la morte».