La craniostenosi è oggi una patologia molto studiata dalla scienza. Si tratta di una condizione che va a modificare la struttura del cranio. Accorgersene per tempo è molto utile in quanto permette di intervenire immediatamente sul fanciullo.
Una craniostenosi può essere un fenomeno isolato, senza cause apparenti, oppure la conseguenza di alcune particolari disturbi genetici come ad esempio sindrome di Crouzon o la sindrome di Apert. Se il cranio ha questa condizione può non crescere in modo corretto causando disturbi al bimbo.
Sappiamo benissimo che la testa è la parte del corpo dove abbiamo più ossa in assoluto, solo in testa ne abbiamo tra le 22 e le 28 ossa e queste fanno a costituire appunto la chiusura del cranio, il quale apparato osseo protegge il cervello. Il cranio è suddiviso in eurocranio e splancnocranio. Nel primo ci sono gli occhi e l’encefalo, nel secondo le mandibole, mascelle, zigomi e osso nasale.
Il cranio quindi nella craniostenosi può andare incontro alla chiusura prematura di più strutture craniche e questo può creare moltissimi fastidi, come ad esempio alla vista. Le strutture craniche si chiudono solitamente attorno ai 20 anni. Tra i sintomi troviamo mal di testa persistente, con momenti più intensi al mattino e alla sera, problemi di vista (visione doppia, visione sfocata, visione annebbiata ecc.); vomito; irritabilità; occhi gonfi; Difficoltà nel seguire il movimento degli oggetti; Problemi d’udito; Problemi respiratori ;Alterazioni dello stato mentale; papilledema e disturbi epilettici.
La diagnosi della condizione si effettua tramite esami non invasivi come TAC o raggi. Si può intervenire a seconda della gravità dei casi o con una terapia mirata oppure come nel caso del figlio della Goria con intervento chirurgico che oggi si effettua anche con tecniche mininvasive.