Papato rivoluzionato dopo il ricovero? Francesco e il timore per una lunga degenza
La sera del 13 marzo 2013, Jorge Mario Bergoglio, da poco eletto Papa, si trovava in contemplazione nella Cappella Paolina del Palazzo Apostolico. Prima di affacciarsi alla Loggia delle Benedizioni, seguendo una tradizione secolare, si fermò davanti alla “Crocifissione di Pietro” di Michelangelo, un’opera che rappresenta il martirio dell’apostolo e simboleggia la gravità e la responsabilità del suo nuovo ruolo. Benedetto XVI aveva già descritto il pontificato come una “mannaia”, un peso che accompagna il Papa lungo tutto il suo ministero, un peso che diventa sempre più evidente nella sua fase finale.
Ogni Papa sa che il momento del passaggio arriva, e la Messa di inizio pontificato ricorda le parole di Gesù a Pietro: «Quando eri più giovane ti cingevi la veste da solo… ma quando sarai vecchio, un altro ti porterà dove tu non vuoi». Francesco, con il suo inconfondibile spirito, aveva commentato ironicamente: «Dillo a me che devo andare in carrozzina, eh!». Tuttavia, la recente ospedalizzazione del 14 febbraio ha segnato un punto di svolta, portando a una nuova consapevolezza su ciò che il futuro potrebbe riservare.
Fonti vicine al Vaticano hanno rassicurato che non si sta discutendo di una possibile morte imminente. Esistono procedure consolidate per la successione papale e per eventuali dimissioni, ma Francesco ha sempre considerato il papato un incarico a vita. La sua recente registrazione di un messaggio audio per i fedeli, in cui la sua voce tradiva stanchezza ma anche determinazione, ha dimostrato la sua lucidità e il suo impegno nei confronti del ministero.
In questo contesto, la gestione del pontificato nei prossimi mesi si preannuncia complessa. La convalescenza del Papa sarà lunga e il suo ritmo di lavoro dovrà essere necessariamente ridimensionato. Le udienze e le celebrazioni giubilari verranno delegate ai cardinali, e si prevede una presenza pubblica più limitata. Tuttavia, come ricordano alcuni, fino agli Angelus di Pio XII, i Papi erano raramente visti in pubblico. La delega delle attività quotidiane non è una cessione di potere, ma una necessità pragmatica. Alcune attività, come la celebrazione dei sacramenti, richiedono la presenza fisica del Papa, mentre altre possono essere gestite da membri del clero.
Anche la Settimana Santa potrebbe seguire lo schema del 2023, quando i riti furono guidati dai cardinali mentre Francesco assisteva in Basilica. La canonizzazione di Carlo Acutis, prevista per il 27 aprile, non subirà variazioni; il cardinale Marcello Semeraro potrebbe leggere la formula di canonizzazione a nome del Pontefice.
Per quanto riguarda i viaggi, l’agenda di Francesco sembra essere in fase di revisione. Dopo una lunga trasferta in Asia e Oceania nel 2023, l’unico viaggio programmato in Turchia potrebbe essere posticipato. Al momento, le priorità del Papa sono altre, con un focus rinnovato sul suo ministero e sull’importanza di garantire una continuità nel servizio alla Chiesa e ai suoi fedeli.