Sua Maestà e il maglione del disonore (solo per Trump)

Nel complesso scenario delle relazioni internazionali, l’etichetta gioca un ruolo fondamentale, spesso influenzando la percezione e il protocollo tra i leader mondiali. Una delle regole non scritte più rispettate è quella di presentarsi davanti a un sovrano con almeno tre pezzi di stoffa ben stirati. Eppure, in un momento che potrebbe sembrare un affronto al galateo, Volodymyr Zelensky ha sfidato questa convenzione presentandosi da Re Carlo III con un semplice maglione scuro e pantaloni casual. Un gesto che, per molti, avrebbe potuto risultare imperdonabile.

Ma il monarca britannico, con il suo impeccabile doppio petto grigio e l’aria da gentiluomo di campagna, ha dimostrato di avere una visione più ampia. Nessun segno di disapprovazione, solo sorrisi, strette di mano e un’accoglienza calorosa, in perfetta sintonia con il ruolo di un capo di Stato. Questo incontro ha messo in luce una verità spesso dimenticata: il contesto e le circostanze possono, e dovrebbero, influenzare il modo in cui interpretiamo l’etichetta.

Dall’altra parte dell’Atlantico, però, la reazione non è stata altrettanto benevola. Donald Trump, noto per le sue opinioni forti e il suo amore per il buon gusto, ha criticato aspramente la scelta di abbigliamento di Zelensky, etichettandolo come una tenuta “da senzatetto”. Secondo Trump, la guerra andrebbe combattuta con dignità e decoro, indossando giacca e cravatta, possibilmente ben stirata e con pochette coordinata. Ma è davvero il vestito a definire la leadership?

Re Carlo, con il suo approccio rilassato, sembra avere preoccupazioni ben più urgenti da affrontare rispetto alla scelta di un maglione. In un mondo segnato da conflitti e crisi, la sostanza e il contenuto delle conversazioni tra i leader dovrebbero avere la priorità sulle apparenze. E, considerando le intemperie inglesi, un capo d’abbigliamento che trasmette calore e resistenza potrebbe persino suscitare un pizzico di invidia nel sovrano.