Nuovo sistema elettorale: con la “legge Meloni” il centrodestra vincerebbe sempre

La maggioranza guidata da Giorgia Meloni ha avviato le discussioni su una nuova legge elettorale, ufficialmente legata alla riforma del premierato. Ma il vero obiettivo sembra essere quello di garantire un’investitura diretta al capo del governo, anche senza modificare la Costituzione. Il sospetto, sempre più diffuso in Parlamento, è che la leader di Fratelli d’Italia stia valutando un voto anticipato per cogliere l’opposizione impreparata e divisa.

Il ritorno del “Porcellinum”

L’idea principale è quella di adottare un modello ispirato al Tatarellum, il sistema elettorale utilizzato per le Regioni. Questo prevede un impianto proporzionale con un premio di maggioranza per la coalizione vincente. Il nodo centrale è la soglia del premio: si ipotizza di assegnare il 55% dei seggi a chi supera il 40% dei voti, un meccanismo molto simile al Porcellum, bocciato dalla Consulta nel 2014.

L’analogia con la legge Acerbo del 1924 – che assegnava i due terzi dei seggi alla lista con almeno il 25% – è inevitabile. Anche se il premio ipotizzato oggi sarebbe più contenuto, la distorsione a favore della coalizione vincente rimarrebbe molto forte.

La simulazione di YouTrend: la destra vince sempre

In assenza di una proposta ufficiale, si basano le analisi su retroscena e indiscrezioni. Il team di YouTrend ha simulato gli effetti del cosiddetto “Porcellinum”, evidenziando come il centrodestra vincerebbe praticamente in ogni scenario:

  • Con un centrosinistra diviso, la maggioranza sarebbe ampia sia alla Camera sia al Senato.
  • Con un’alleanza tra PD, M5S e AVS, il vantaggio della destra si ridurrebbe, ma rimarrebbe solido.
  • Solo in caso di “Campo Larghissimo”, con un’alleanza tra tutti i partiti di opposizione, il centrodestra rischierebbe di non raggiungere la maggioranza al Senato.

Il nuovo sistema: più preferenze, meno democrazia?

L’ipotesi in discussione prevede anche collegi plurinominali, un premio di maggioranza tra il 51% e il 55%, capilista bloccati e preferenze per gli altri candidati. La simulazione di YouTrend mostra che:

  • In Fratelli d’Italia, il 37% dei deputati sarebbe eletto come capolista e il 63% con preferenze.
  • Per Forza Italia-Noi Moderati, il 91% dei deputati sarebbe scelto tra i capilista.
  • Nella Lega, il 95% degli eletti sarebbero capilista bloccati.

Per l’opposizione, invece, il sistema penalizzerebbe fortemente i partiti più piccoli, con una netta prevalenza di eletti tra i capilista.

Il rischio di una democrazia senza alternative

Se la nuova legge dovesse passare, il centrodestra avrebbe un chiaro vantaggio strutturale. Il rischio è quello di una distorsione del voto tale da rendere quasi impossibile l’alternanza democratica. Per ora, il dibattito è aperto, ma la direzione sembra chiara: una legge elettorale costruita per favorire sempre chi è maggioranza