Rosa Vespa e Aqua Moses litigano: “Mi hai rovinato la vita”

Nonostante il lieto fine, continua a suscitare particolare scalpore il rapimento di Sofia Cavoto, una neonata di poche ore,  rapita dalla clinica Sacro Cuore di Cosenza lo scorso 21 gennaio. L’incidente è avvenuto intorno alle 18:30, quando Rosa Vespa, una donna di 53 anni, si è introdotta nella struttura fingendosi una puericultrice.

Con un inganno ben architettato, ha convinto la madre e la nonna della piccola a consegnarle Sofia per un presunto controllo medico. Subito dopo, la donna è fuggita con l’aiuto del marito, Aqua Moses, che l’aspettava fuori dalla clinica con un ovetto da neonato. La scomparsa della bambina ha scatenato immediatamente un’ondata di panico.

La clinica ha lanciato l’allarme e le forze dell’ordine sono state subito coinvolte. L’intera comunità ha seguito con apprensione gli sviluppi del caso, mentre i genitori di Sofia vivevano momenti di angoscia indescrivibile. La coppia di rapitori, tuttavia, è stata ripresa dalle telecamere di sorveglianza, permettendo agli inquirenti di tracciare i loro movimenti e avviare un’operazione investigativa immediata.

Grazie all’imponente macchina delle ricerche, le forze dell’ordine sono riusciti a localizzare l’auto dei sequestratori nei pressi di Contrada Rocchi, vicino all’Università della Calabria. La tempestività delle operazioni è stata cruciale per il lieto fine di questa vicenda. Dopo circa quattro ore di ansia e paura, le forze dell’ordine hanno recuperato Sofia, sana e salva, e l’hanno restituita ai genitori.

Interrogati dagli inquirenti, in queste ore stanno trapelando importanti indiscrezioni sulle prime dichiarazioni. Ci sarebbero stati momenti di forte tensione tra Rosa Vespa e Aqua Moses. ‘Mi hai rovinato la vita’, si sarebbe sentito urlare.

Rosa e Moses sono finiti in manette con l’accusa di sequestro di persona. Uno scenario inquietante quello che si sono trovati davanti le forze dell’ordine presso la casa dei due sequestratori, addobbata per celebrare la presunta nascita di Ansel, in realtà la povera Sofia Caputo. L’intervento delle forze dell’ordine ha portato al ritrovamento della neonata, che si era addormentata nel lettone degli arrestati.

Rosa Vespa, architetta di 51 anni, ha confessato di aver organizzato da sola il sequestro della neonata Sofia, scagionando il marito, Acqua Moses, 43 anni, accusato di essere complice. “Ho organizzato il sequestro della neonata, da sola. Mio marito non è mai stato al corrente dell’iniziativa“, avrebbe confessato la Vespa.

La donna ha dichiarato che il rapimento è stato motivato dalla perdita di un bambino dieci giorni prima, ma gli inquirenti hanno scoperto che la sua affermazione era falsa, poiché aveva postato sui social la nascita di un altro figlio il 8 gennaio. Nonostante Rosa tentasse di minimizzare la responsabilità del marito, le evidenze suggeriscono che Moses fosse pienamente coinvolto nel rapimento.

Dal canto suo, Moses si sarebbe scagliato contro la moglie urlando a gran voce: “Mi hai rovinato la vita“. Le ultime parole, prima di chiudersi nel silenzio sino all’arrivo in Questura. Tuttavia, il capo della squadra mobile Gabriele Presti, non ha dubbi: “La ricostruzione degli accadimenti del passaggio in cui è stata prelevata Sofia, dalla stanza della madre, non lascia spazio a ipotesi alternative al fatto che l’uomo abbia preso parte al sequestro di persona”.

Una convinzione, quella di Presti, supportata da prove tra cui video di sorveglianza e analisi dei tabulati telefonici. Le telecamere lo hanno ripreso nella reception della clinica, in attesa che Rosa completasse il sequestro. Il filmato mostra Moses che, convinto di aver ricevuto un maschietto come gli aveva detto Rosa, prende la bambina con gioia.