Kate e il tumore, la principessa svela la verità sulle sue condizioni
La principessa Kate ha annunciato che il suo tumore «è in remissione». Si tratta di un’ottima notizia, poiché indica che le terapie stanno dando risultati positivi. Tuttavia, non si può ancora parlare di guarigione definitiva.
Sebbene non abbia rivelato il tipo di tumore diagnosticato, Kate Middleton ha fornito aggiornamenti ufficiali sulla sua condizione, a partire dall’intervento chirurgico all’addome avvenuto un anno fa (il 17 gennaio 2024) e proseguendo con la chemioterapia successiva.
L’annuncio è stato fatto durante una visita all’ospedale di Londra, dove ha ricevuto i pesanti cicli di chemioterapia nei mesi precedenti. Secondo i medici, la principessa è attualmente «in remissione» dal cancro.
Cosa significa questo termine? «Significa che non ci sono segni evidenti della malattia, ma non si può ancora considerare una guarigione», spiega Massimo Di Maio, presidente eletto dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom), al Corriere della Sera. In termini tecnici, si parla di «remissione completa» quando non ci sono più indicazioni della neoplasia attiva. Se, invece, il tumore si è ridotto grazie ai trattamenti e il paziente non presenta sintomi, si parla di remissione parziale.
Al termine dei trattamenti previsti, tutti i pazienti vengono sottoposti a controlli e indagini radiologiche (solitamente TAC o risonanza magnetica, a seconda del tipo di cancro). In alcuni casi, si eseguono anche test per valutare i marcatori tumorali nel sangue, i cui risultati determinano se il tumore è andato in remissione.
Perché non si può ancora parlare di «guarigione»? La remissione è senza dubbio una notizia positiva, ma rappresenta solo un nuovo inizio nel percorso terapeutico.
«Inizia un periodo psicologicamente complesso, come sanno bene molti pazienti oncologici, caratterizzato da momenti di gioia per l’efficacia dei trattamenti, ma anche da ansia per i controlli futuri e incertezze sul domani», commenta Di Maio, direttore dell’Oncologia medica 1 dell’Azienda ospedaliera universitaria Città della Salute di Torino.
C’è il rischio che il tumore possa ripresentarsi. La probabilità di ciò varia in base a diversi fattori, come il tipo di cancro, lo stadio della malattia al momento della diagnosi e la sua aggressività.
«I controlli (visite ed esami) vengono pianificati in base a tutti questi elementi, seguendo linee guida internazionali e tenendo conto della situazione specifica di ciascun paziente», conclude lo specialista. «All’inizio, i controlli sono più frequenti e poi, nel tempo, diventano meno intensi».