Prete arrestato per spese folli: la scoperta choc
Premettendo che non occorre fare di tutta l’erba un fascio, delle volte la cronaca ci restituisce casi davvero al limite dell’assurdo, in quanto i protagonisti sono proprio coloro che non dovrebbero commettere simili reati.
Parliamo dei religiosi, di coloro che dovrebbero avere a cuore la comunità di credenti, gli interessi unicamente dei fedeli nel rapporto con Dio.
Questo è ciò che dovrebbe avvenire (utilizzo il condizionale in quanto non sempre è quello che poi accade), come nella storia che sto per raccontarvi in cui un prete è finito in manette.
Il caso, in men che non si dica, ha fatto il giro dei principali siti d’informazione, lasciando increduli, sconcertati, basiti, i lettori.
Nel mondo in questi giorni si stanno verificando una serie di tragedie che stanno sconvolgendo l’opinione pubblica nazionale. Si tratta molto spesso di incidenti stradali, o peggio ancora morti improvvise a causa di malori di varia natura. Si tratta di tragedie che segnano intere comunità e vengono anche riprese dalla stampa, proprio a causa del loro interesse mediatico che provocano. In questo periodo appunto sono tanti i fatti che stanno sconvolgendo le nostre comunità.
Basti pensare a quanto accaduto nei giorni scorsi a Torre Santa Susanna, in provincia di Brindisi, dove un ragazzo di 31 anni, Luca D’Errico, è stato ucciso a colpi di pistola in strada. A nulla sono serviti i tentativi di rianimazione da parte dei medici dell’ospedale Antonio Perrino. In queste ore però è arrivata una notizia assurda da Prato.
Secondo quanto si apprende dalla stampa nazionale continuano le indagini attorno al caso di don Francesco Spagnesi, il parroco della Castellina finito nel registro degli indagati con le accuse di spaccio e indagato per appropriazione indebita. Secondo gli inquirenti Spagnesi avrebbero prelevato grosse somme di denaro dal conto della parrocchia.
Gli inquirenti vogliono capire quanto abbia speso il sacerdote dal 2019 all’aprile 2021, quando la Diocesi ha revocato a don Spagnesi il potere di firma dal conto corrente; si parla di prelievi di 40.000 euro in quattro mesi e di 75.000 in sei mesi. Per ogni uscita si cerca il giustificativo. Dalla movimentazione sul conto corrente gli investigatori vogliono risalire a quale fosse il giro di droga che circolava nella mani del sacerdote e del suo compagno, Alessio Regina.
Le indagini hanno permesso di accertare inoltre che il prete, assieme al compagno, partecipava a incontri intimi che si tenevano nella casa di Regina. Lo stupefacente che circolava era del tipo cocaina e Gbl, conosciuta anche come la droga dello stupro. I fedeli sono rimasti sconvolti da questa notizia assurda.