Santa Rita da Cascia, la mistica che convertì il marito violento: accadrà nel terzo millennio

Santa Rita da Cascia è una delle Sante più amate in Italia e nel mondo, tanto che il suo santuario, situato proprio a Cascia, in Umbria, è meta di migliaia di pellegrini che, ogni anno, si recano per pregare e chiedere una grazia.

Vissuta negli anni 1381-1447/1457, nella cittadina di Cascia che, all’epoca, era il punto nevralgico degli scambi commerciali e culturali, in cui si recavano artisti, scrittori, poeti provenienti da Firenze, Roma e Napoli, nel 2000 è entrata far parte del calendario universale dei santi della Chiesa cattolica.

A soli 18 anni andò sposa ad un giovane del luogo, Ferdinando Mancini, dal quale ebbe due figli. Il suo, come si usava all’epoca, fu un matrimonio combinato dagli interessi familiari.

Rita fu vittima di maltrattamenti continui da parte del Mancini, che riuscì a domare, semplicemente utilizzando la dolcezza in risposta alla sua violenza, fino a quando, dopo la sua morte, decise di entrare in monastero.

Ma ci sono cose che forse non tutti sanno della Santa, che vanno ben al di là della sua rappresentazione iconografica.

Margherita Lotti, questo il nome della Santa, figlia di Antonio Lotti e Amata Ferri, non ci ha lasciato scritti. L’abbiamo imparata a conoscere come nei quadri è immortalata, ossia con la spina in mano, sin dal suo ingresso nel Monastero di Santa Maria Maddalena,  ha sempre dedicato la sua vita all’ascolto delle parole di Gesù, quelle che ha trasmesso ai suoi devoti.

Rita chiede, un mondo sempre più costellato di angherie, di soprusi, di crudeltà spietata, solo attenzione, anzi, il silenzio assoluto, volto all’ascolto, non al semplice sentire, delle parole di Cristo. Nel Terzo Millennio, la Santa, che si porta dietro una storia molto forte, sin dalla conversione e dall’assasinio del marito, sin dalla tragica morte dei suoi figli, si fa portavoce dei valori su cui dovrebbe essere improntata la società.

Quelli della pace, della fede, della riappacificazione, sedando le violenze politiche e sociali, che sono sempre esistite e che continueranno ad esistere. Rita la portatrice della conciliazione familiare, del saper rispondere alla violenza semplicemente con la dolcezza, facendo del bene, senza rispondere, dunque, all’odio, con altrettanto odio.

Non a caso è la Santa dell’implorazione della pace familiare e di quella sociale. Nel Terzo Millennio la devozione verso la Santa non può e non deve essere limitato al suggestivo rito della benedizione delle rose, ma bisogna tendere verso la fede, pregando Gesù, Dio, affinché l’umanità ritorni a conciliarsi, proprio come la Santa ha sempre fatto nella sua vita. Lei è l’esempio quanto mai attuale, nonostante lo scorrere del tempo, di come superare le avversità solo con l’amore e la pace e non è certo un caso che sia così tanto invocata nei casi più disperati.

Avendo provato sulla sua stessa pelle maltrattamenti, sofferenza estrema, dolore, guerre, sa cosa consigliare ai suoi fedeli che devono semplicemente ascoltare e seguire alla lettera i suoi preziosi insegnamenti. Solo così l’umanità sarà davvero più umana, rispettosa del prossimo, tollerante, altruista, generosa verso gli altri.