“Disastri epocali”, l’ipotesi dell’esperto sull’Italia dopo l’alluvione di Valencia
Cosa succede se le piogge di Valencia arrivano in Italia: parla l’esperto. L’Europa intera ha assistito con grande apprensione e incredulità alla grave crisi climatica che ha colpito la Spagna nella notte tra il 29 e 30 ottobre causando più di 220 morti finora. Le impressionanti immagini dell’alluvione a Valencia, con fiumi d’acqua incanalati nelle strade cittadine e migliaia di automobili trascinate, hanno fatto il giro del web richiamando una addolorata partecipazione e vicinanza durante questo momento drammatico. La domanda che ora ogni paese si sta facendo riguarda la propria capacità e preparazione di affrontare un simile disastro, se mai dovesse accadere.(Continua a leggere dopo la foto…)
Alluvione a Valencia, un disastro dalle molteplici cause
Diversi fattori hanno probabilmente contribuito al disastro: dal ritardo delle autorità di Valencia nell’avvisare la popolazione, all’intensa urbanizzazione dell’area, fino al percorso del fiume Turia, deviato negli anni ’50 per proteggere la città da future inondazioni dopo la devastante piena del 1956. Tuttavia, il fattore più determinante sembrerebbe quello legato al quantitativo anomalo di pioggia caduto dal cielo.
L’alluvione a Valencia, si è sviluppato in pochi minuti per le intense piogge cadute sulla zona in un tempo circoscritto. In alcune delle zone più colpite, si è riversata in otto ore la quantità di pioggia che normalmente cade in un anno, pari a 491 litri per metro quadrato. La stazione meteorologica di Turís ha registrato un totale di 641 millimetri: in poco più di tre ore è caduta una quantità d’acqua equivalente alla media annuale di 475 millimetri. L’enorme quantità d’acqua che non è riuscita a drenare ha travolto con la sua forza la città cogliendo di sorpresa le persone che non avevano ancora trovato riparo e non lasciando loro scampo. (Continua a leggere dopo la foto…)
Disastro in Spagna, l’Italia si mette in discussione
Mentre la Spagna fa la conta dei morti e spiega le sue forze per far fronte agli importanti danni causati dall’alluvione a Valencia, in Italia ci si mette in allerta. Forse anche per la vicinanza culturale e geografica alla penisola iberica, il nostro Paese non può che porsi degli interrogativi dopo il disastro che l’ha colpita. L’Italia sarebbe in grado di resistere e gestire un’eventualità del genere? Sebbene il grandissimo quantitativo di piogge caduto in Spagna sia un’eventualità molto rara, gli effetti potrebbero essere disastrosi ed è bene esserne consapevoli. Gli esperti hanno provato a dare una risposta a questo quesito.
Parla l’esperto Stefano Caserini
Il sito Fanpage ha intervistato Stefano Caserini, Docente di Mitigazione dei cambiamenti climatici e dell’impatto ambientale dell’Università di Parma. Il professore ha cercato di rispondere analizzando un ipotetico parallelismo tra Spagna e Italia e mettendo in luce eventuali criticità del profilo morfologico e idrogeologico dello Stivale.
“Non abbiamo ancora dati certi su quanto accaduto a Valencia – ha spiegato Caserini a Fanpage ” sicuramente anche in Italia ci sono delle zone che corrono il rischio di subire eventi di questo tipo. Pensiamo alle zone del bacino del Mar Mediterraneo, come la Liguria, dove già in passato si sono verificate in passato precipitazioni molto intense”. Inoltre il professore ha ricordato che stiamo “andando incontro a un intensificarsi delle precipitazioni estremi per effetto del cambiamento climatico, anche in Italia”.
Rischio di disastri epocali
Fanpage ha poi chiesto cosa succederebbe in Italia se dovesse cadere lo stesso quantitativo di pioggia che ha colpito Valencia. “Parliamo di livelli di precipitazione mostruosi. – ha continuato Caserini – Se dovessimo immaginare il caso in cui lo stesso livello di pioggia cada in Italia, sicuramente sono molte le aree del nostro territorio in cui causerebbe dei disastri epocali. Se dovesse cadere mezzo metro di acqua in 6-8 ore il nostro sistema fognario chiaramente non reggerebbe: in quel caso, l’acqua che non può essere contenuta deve per forza cercare una via di uscita”. Una analisi sconfortante che comunque non lascia tempo alla rassegnazione, ma invita piuttosto chi di dovere a rimboccarsi le maniche lavorando a partire da ora per la prevenzione.