L’ossessione dei manifestanti. Contro Salvini anche sul clima
L’ossessione per un avversario finisce per trasformarlo nel prezzemolo (o nel giovedì): si finisce col metterlo sempre in mezzo.
Anche quando non c’entra praticamente nulla. È quello che è successo oggi durante una delle tante sfilate contro il cambiamento climatico. Tra le decine di striscioni contro la “plastica usa e muori” e a favore delle “rinnovabili” ne sono apparsi alcuni contro il ministro Salvini.
Mettiamoci nei panni dei paladini dello stop al climate change (dirlo in inglese fa figo) e chiediamoci: ma il ministro dell’Interno, in tutto questo, che c’entra?
La domanda difficilmente troverà risposta. Resta il fatto che qualche simpatico manifestante in vista del corteo bolognese per il Global strike for future, promosso dalla quindicenne svedese Greta Thumberg, si sia armato di pennarello (inquinante?) e cartellone (di carta riciclata?) per vergare la seguente arguta frase: + pinguini, – Salvini.
Ora, il leader della Lega avrà i suoi difetti, come tutti. Si può accusarlo di aver chiuso i porti, di aver ingaggiato una battaglia contro le Ong del Mediterraneo e di aver promosso campagne contro l’immigrazione libera e spensierata. Ma che c’azzecca con l’inquinamento e l’afa troppo ricorrente a febbraio? Nulla. Mica è colpa del leghista se a marzo piove poco e non ci sono pinguini a Courmayeur. “Meno Salvini e più gelsomini” è lo slogan di chi non perde occasione per infilare tutte le verdure in un calderone (compreso il prezzemolo). E cucinare così un minestrone di ideologie.