“Devo darvi una brutta notizia”. Sigfrido Ranucci, l’annuncio choc del conduttore di Report
Sigfrido Ranucci, la clamorosa protesta contro la Rai. Da qualche tempo il noto giornalista conduttore di “Report“, programma d’informazione e inchieste andato in onda la domenica sera su Rai 3, è al centro delle discussioni. Prima si pensava che potesse essere ‘fatto fuori’ dalla nuova gestione dei vertici Rai essendo da sempre un professionista molto critico nei confronti di potere e sistema.
In realtà Report è stato confermato, ma per Sigfrido Ranucci evidentemente non è ancora il momento di stappare lo champagne. E durante una delle presentazioni del suo ultimo libro, “La Scelta“, il giornalista si è lasciato andare ad alcune dichiarazioni che non sono passate inosservate. Manca poco, ormai, all’evento in cui sarà annunciato il nuovo palinsesto della Rai, ma Ranucci ha annunciato che non ci sarà.
Sigfrido Ranucci, la clamorosa decisione contro la Rai
Sigfrido Ranucci ha dichiarato: “Non parlo della Rai, vorrei evitare un procedimento disciplinare”. In tanti hanno subito pensato al caso di Serena Bortone, punita dopo aver denunciato sui social la mancata messa in onda del monologo di Antonio Scurati sul 25 aprile. Ranucci ha quindi fatto sapere: “Posso dire che per la prima volta a distanza di 30 anni non andrò alla presentazione dei palinsesti“. E poi è arrivata la bordata: “Credo che Report, una risorsa interna, essendo stata premiata come la migliore trasmissione di informazione, quella che incarna di più il servizio pubblico, meriti in assoluto più rispetto“.
“In Italia mi sono sempre sentito libero, anche in questi anni – ha aggiunto Sigfrido Ranucci – Bisogna mettersi d’accordo su quanta energia devi impiegare per difendere questa libertà di stampa, per renderla più divulgabile, su quanta forza hai ancora per difendere questo e il diritto dei cittadini di essere informati”. Infine ha parlato dell’affetto della gente che lo ha sempre sostenuto: “Mi ha fatto riconciliare con le scelte fatte in questi anni di privilegiare il pubblico come unico editore di riferimento, senza avere nessun padrino politico, dei poteri forti, L’aver scelto di rimanere me stesso. Credo che l’indipendenza sia uno stato dell’anima”.
Tuttavia c’è anche un altro aspetto da sottolineare: il giornalismo investigativo in Italia viene spesso criticato e preso di mira dalla politica. “Si prevede il carcere per i giornalisti che divulgano notizie illecitamente raccolte. Penso ai colleghi del consorzio del giornalismo investigativo come Icij o Irpi che hanno realizzato inchieste straordinarie. Ma mentre negli Usa il consorzio Icij è stato premiato con il Pulitzer, qui rischierebbe il carcere”.